22/08/2014
Una scienza che sta prendendo sempre più piede è la NUTRIGENETICA. Vediamo di capire di cosa si tratta.
Partiamo dalla genetica, parola che deriva dal greco e che significa “relativo alla nascita”, questa è la scienza che studia i geni, cioè il DNA, responsabile delle nostre caratteristiche fisiche (colore degli occhi, colore dei capelli, altezza, etc), ma anche, almeno in parte, artefice di peculiarità psicologiche e della suscettibilità alle malattie.
Nel 2000 è stata pubblicata la prima bozza del genoma umano.
Da lì in poi sono stati fatti molti passi in avanti in questo campo, si è visto che può essere determinante l’effetto dell’ambiente e dello stile di vita sull’espressione dei geni, che può essere così ridotta o amplificata.
In tal senso, un ruolo fondamentale è svolto dall’alimentazione; è evidente che tutto ciò che introduciamo quotidianamente con il cibo ha un effetto sulla nostra salute e sul nostro benessere, del resto l’obesità, che è diventato un problema di enormi dimensioni, dipende da fattori ambientali, fattori lavorativi, fattori psicologici, ma anche da fattori genetici.
I geni determinano le proteine che sono deputate al trasporto dei nutrienti all’interno del nostro organismo, alla difesa della nostra salute, mediante l’eliminazione delle tossine e alla protezione delle cellule dai danni dell’ossidazione.
Nei vari individui, la sequenza dei geni nel DNA è uguale per il 99,9 %, ma nel restante 0,1 % ci sono delle differenze importanti, queste sono chiamate SNP (Single Nucleotide Polimorphisms – polimorfismi a singolo nucleotide), responsabili di una risposta diversa per esempio ad un farmaco, all’effetto di sostanze ossidanti o anche agli alimenti introdotti.Tutto ciò spiega la reazione individuale alle sollecitazioni che provengono dall’ambiente e dall’alimentazione.
La nutrigenetica è proprio la scienza che studia come la variazione genetica individuale influenza la risposta di ognuno di noi a particolari nutrienti e alle tossine.
L’informazione genetica ci può aiutare nelle scelte alimentari, chiarendoci come il cibo interagisca con il nostro DNA e può quindi aiutarci a diminuire alcuni fattori di rischio per la nostra salute.
Geni ed ambiente (dieta, stile di vita, qualità dell'aria, livelli di stress, tipologia del lavoro, ecc.) agiscono in sinergia e possono avere un effetto sulla salute sia negativo che positivo.
Il genotipo di una persona è stabilito nel momento del concepimento, non cambia con il tempo, ma i fattori ambientali possono essere modificati, conoscendo il genotipo (cioè la particolare versione di un gene) e sapendo come esso interagisce con i fattori esterni, si può intervenire su di essi e modificarli, al fine di ottimizzare gli effetti benefici sulla nostra salute.
Oggi un semplice test genetico (che non deve essere ripetuto nel tempo, perché il patrimonio genetico non cambia!) rivela le variazioni presenti in venti geni rilevanti per la nutrizione.
Questo test (NutriGENE®), che si esegue con un semplice tampone buccale,stabilirà quali sono i livelli ottimali di molti componenti essenziali alla nostra salute, come l'acido folico ed altre vitamine e minerali.
Esso determinerà anche i limiti che non devono essere superati di altri componenti dietetici, quali i grassi saturi, la caffeina, il sale, etc.
Non si tratta di un test diagnostico, né di un'analisi rischiosa.
Essa non rivelerà alcuna malattia genetica, infatti tutti i geni testati sono responsabili di polimorfismi assai comuni, e pertanto non mostra geni malati, ma solo diverse versioni di alcuni geni implicati nell’obesità.
Essere consapevoli della propria predisposizione genetica a particolari patologie ci consente di mettere in atto adeguati e tempestivi cambiamenti nello stile di vita e attuare così una prevenzione.
Con questo test genetico è possibile anche evidenziare:
PREDISPOSIZIONE ALLA CELIACHIA
E’ stata dimostrata infatti una forte associazione tra la Celiachia e i geni del complesso di istocompatibilità HLA II (eterodimeri DQ2,DQ8,DR4); il 90% dei celiaci è portatore dell’antigene DQ2, mentre nella maggior parte dei celiaci DQ2-negativi riscontriamo la positività per il DQ8.
Gli stessi alleli sono osservati anche nel 25-30% dei familiari sani dei celiaci; infatti la presenza degli alleli HLA è un indicatore di predisposizione al morbo celiaco ed è essenziale. La conferma definitiva della diagnosi può essere data solo con la biopsia intestinale.
Il test genetico è di notevole aiuto quando sia necessario escludere la malattia celiaca, e determinante in caso di una malattia refrattaria alla terapia.
La risposta, di chiara comprensione, indicherà se il soggetto sia portatore o meno degli antigeni DQ2, DQ8, DR4 responsabili della predisposizione al Morbo Celiaco.
A chi è consigliato il test:
INTOLLERANZA AL LATTOSIO
L’intolleranza al lattosio può manifestarsi con nausea, gonfiore, flatulenza, stanchezza,cefalea, dolori articolari,manifestazione cutanee, crampi addominali e diarrea. La sintomatologia è dose-dipendente: maggiore è la quantità di lattosio ingerita, più evidenti sono i sintomi.
Nella specie umana,così come in tutti i mammiferi, i geni che codificano per l’enzima (Lattasi) necessario per la digestione del latte vengono silenziati subito dopo lo svezzamento.
Sono stati individuati nel gene della lattasi due differenti polimorfismi responsabili della persistenza enzimatica: -13910 T>C, -22018 A>G ; Queste mutazioni perciò costituiscono un vantaggio selettivo grazie al quale chi le possiede mantiene attivo il gene della lattasi riuscendo ad assimilare il lattosio anche in età adulta,purtroppo solo un’ esigua parte della nostra popolazione ne è portatrice, la maggior parte degli individui, infatti, risulta intollerante al lattosio continuando inconsapevolmente ad assumerlo con conseguenze spesso gravose sulla propria salute.
Sempre con test genetici si possono valutare